Che brutta fine!

Gianni Vannini

poesia satirica

Il sindacato, che nei primi anni

della sua storia fu forza trainante

del progresso sociale e a disinganni

costanti ha poi costretto il militante

che con vera passione e molti affanni

la tessera serbò pur riluttante,

adesso è diventato il difensore

dell'interesse più conservatore.


I precari si ostina a trascurare

in un'era in cui regna il precariato,

la fabbrica implora di salvare

che una città intera ha avvelenato.

Un'opera mostruosa? S'ha da fare,

se posti di lavoro ha procurato.

Di Vittorio, vedendo un tal finale,

direbbe: "Sono morto, meno male!"

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