L'altro

Gianni Vannini

poesia

I morti dei naufragi,

degli attentati o dei terremoti

sono solo numeri

o una fila lunghissima di nomi.

Non sentiremo mai la loro assenza

fintanto che qualcuno

non ci racconterà la loro storia.


E lo stesso succede con i vivi,

sempre che li consideriamo tali,

le ombre sconosciute

nascoste nelle pieghe della notte

cattive, disturbanti,

note stonate di una melodia

ipocrita e melensa.


Solo se riusciremo a respirare

battiti e odori della loro vita,

ad ascoltare i loro stessi suoni

sapremo percepirli come umani,

lo specchio deformato

del mio sguardo orgoglioso,

di una non giustificata vanità.


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