L'Italia al tempo del Coronavirus

Gianni Vannini

pamphlet

Il caso "Coronavirus" in Italia è un clamoroso esempio di dilettantismo e disinformazione. Fin dai primi casi in Lombardia e in Veneto si è cercato di far passare il messaggio che ci trovavamo davanti ad un virus pericolosissimo e con un alto indice di mortalità, cosa ormai ampiamente smentita dai dati dei paesi ( come la Corea del sud ) che hanno eseguito un altissimo numero di tamponi. La mortalità è, in realtà, paragonabile con quella di una normale influenza. La particolarità del Coronavirus è, invece, quella di sfociare spesso in una polmonite interstiziale con conseguente necessità di ricoverare il paziente in terapia intensiva ( dalla quale di norma si esce con le proprie gambe se non ci sono altre gravi patologie antecedenti al virus ). Il problema è che, in Italia, sia le strutture che il personale (medico e paramedico ) per la terapia intensiva (e, per la verità, anche per i casi di routine ) sono in numero assolutamente inadeguato alle esigenze a causa della politica dissennata dei governi degli ultimi trent'anni, caratterizzata da tagli milionari alla spesa sanitaria in nome di una supposta "razionalizzazione" e del risanamento del bilancio (come se la Sanità fosse un azienda, che per funzionare necessita di essere in attivo: le tasse che i cittadini pagano dovrebbero servire appunto a coprire i costi della spesa sociale, di cui la tutela della salute pubblica a buon diritto fa parte ). La domanda che sorge spontanea è questa: cercare in tutti i modi di evitare i contagi aiuta a risolvere questo problema? L'incapacità dello Stato di curare i suoi cittadini può avere come conseguenza la paura generalizzata di qualunque malattia? Non è forse vero che le malattie dei bambini sono sempre state viste dalla scienza come positive perchè aiutano l'organismo a crearsi gli anticorpi? Perchè, invece, i nostri figli devono crescere con la paura di prendersi un raffreddore? Solo perchè lo Stato italiano vuole risparmiare sulla spesa sanitaria? La cosa peggiore è che non si tratta di avarizia ma di qualcosa di molto peggiore perchè i tagli alla Sanità pubblica sono andati a tutto vantaggio di quella privata: forse la paura delle malattie è un'esclusiva dei poveri, come ci hanno insegnato i nostri cari cugini americani da noi troppo spesso imitati? I nostri nonni convivevano tranquillamente ( nonostante la maggiore povertà ) con le malattie stagionali affidandosi, oltre che a una buona dose di fatalismo, anche a semplici rimedi naturali che, lungi dal pretendere di essere degli elisir miracolosi come certi professoroni insinuano per screditarli, avevano il semplice compito di prevenire e, eventualmente, accompagnare la malattia verso il suo naturale decorso. Oggi invece, e per motivi tutt'altro che nobili, vogliono convincerci che solo i vaccini possono combattere questi virus e, in mancanza di questi (come nel caso del Corona ), siamo totalmente inermi. Finchè la ricerca sarà finanziata in massima parte dalle aziende farmaceutiche come potremo serenamente fidarci delle parole degli scienziati?

  • Purtroppo siamo già andati ben oltre il Grande Fratello di Orwell. Quindi nessuna "teoria del complotto" ma una tragica realtà fatta di conformismo e chiusura mentale.

    · Il y a environ 4 ans ·
    Penguins

    Gianni Vannini

  • Encre une théorie du complot plausible...en langue d'October Fest, ma foi et mes foies donc! ;0)

    · Il y a environ 4 ans ·
    Facebook

    flodeau

Signaler ce texte