Straniero chi?

Gianni Vannini

poesia

Esuli di patrie senza domani,

preda d'inenarrabili deserti

o di una guerra senza vincitori,

camminano per mesi, forse anni,

sopportando indicibili angherie:

resistono alla fame,

a torture invidiose della morte;

accalcano un avanzo di speranza

nell'angolo sudato di un gommone,

intossicati di disperazione.


In fondo a un orizzonte senza terra

indovinano cose

che la voce non osa nominare.

Cambiamo noi il finale della storia

facendo il mare di salvezza via

e non un cimitero,

gremendo i moli con le braccia aperte

non con la polizia,

vedendo in quelle barche i nostri figli

perchè, se ci pensate, è lì che sono.



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