Contaminazione
Gianni Vannini
La conseguenza inevitabile della mancata integrazione degli immigrati nei loro paesi d'adozione ( qualunque ne sia la causa ) è la creazione di una serie infinita di ghetti o di "littletown" nelle quali le varie comunità riproducono nei minimi particolari il modo di vivere del paese d'origine e questo, a mio parere, è l'esatto contrario dello sbandierato multiculturalismo. Tuttavia l'alternativa non consiste nel puro e semplice abbandono delle proprie tradizioni per abbracciare "tout-court" quelle della nuova patria bensì in quella che chiameremo ( con un termine spesso usato con connotazioni negative ) "contaminazione". Quando due o più culture diverse vengono a contatto la contaminazione è un risultato quasi inevitabile che è destinato storicamente ad emergere nei tempi lunghi: una sana e lungimirante politica di integrazione deve porsi l'obiettivo di favorire e accelerare questo processo perchè possa dare frutti anche in tempi brevi. Di solito le reazioni più comuni degli occidentali davanti agli usi ed ai costumi degli immigrati sono di due tipi: o un atteggiamento di rifiuto preconcetto oppure quello benevolente e un po' paternalistico di chi ama tuffarsi ogni tanto nell'"esotico" o nell'"etnico" per fare un bagno di primitiva ingenuità prima di tornare ad asciugarsi al sole della "civiltà". Personalmente detesto entrambi questi tipi di approccio. Un esempio molto concreto di quello che io intendo, invece, ce lo fornisce, ad esempio, il mondo della musica. Di solito la musica viene divisa ( per comodità ) in due grandi famiglie: la cosiddetta musica colta e la musica pop ma già nel ventesimo secolo le contaminazioni tra questi due generi sono state numerosissime e di valore artistico spesso eccelso. Il Cinema, già di per sè stesso simbolo della contaminazione tra arti diverse, ci ha offerto con alcune colonne sonore memorabili splendidi esempi di contaminazione musicale. Oggi come oggi potremmo dire che ( al di là delle resistenze dure a morire dei puristi della musica colta ) questa sorta di mutazione genetica sia un dato di fatto e l'affetto che le nuove generazioni dimostrano verso certe rock band degli anni '70 ( a mio avviso l'esempio più alto della contaminazione dei generi ) ne è la prova. Tornando all'accezione più comune del termine, quella negativa per intenderci, qual è il suo contrario, il sinonimo di incontaminato? Ovviamente la parola in questione è "puro". Ecco: talvolta, per capire l'importanza di una parola, bisogna soffermarsi sul suo contrario e sulla sua potenziale pericolosità. Quando usiamo il termine "puro" in contesti socio-culturali stiamo camminando sicuramente su un terreno sdrucciolevole e il rischio di scivolare nel razzismo è davvero molto alto. "Bastardo" o "mezzosangue" sono, nel linguaggio comune, dei termini offensivi eppure (per esempio ) nell'allevamento i meticci sono mediamente più sani e più longevi e chi capisce qualcosa di botanica conosce i vantaggi dell'ibridazione. E' ovvio che qui non siamo a proporre una ricetta pseudo-scientifica per l'integrazione. L'unica ricetta conosciuta è la volontà di venirsi incontro affrontando ciascuno la propria atavica paura del diverso: essa esiste, è dentro di noi e solo accettandola possiamo sperare di vincerla.