Genealogia

Gianni Vannini

testo di una canzone

Nell'ignoranza, nel dolce navigare

in mezzo al nulla che ci porta la domenica a ballare

e nel ricordo d'infanzie sconosciute,

terrificanti e quasi sempre ben difficili a capire,

e nel dolore che sconvolge i nostri figli,

illuminati da una luce che con niente li innamora,

i nostri sogni troppo spesso fanno male

se li confronti con un grigio quotidiano disprezzarsi.

E non c'è niente più irritante dei tuoi sogni,

moltiplicati da un silenzio secolare.

Te li ritrovi puntualmente nel tuo piatto:

morbidi e buoni,

se ne contano milioni di milioni.


E intanto passa la guerra e il suo sapore

e negli sguardi s'incomincia a ravvisare un po' di noia

e il prigioniero tornato dal confine

racconta a tutti le avventure che non vogliono sentire.

E, se la guerra è già finita per i morti,

per chi è rimasto certamente deve ancora incominciare.

E, se il coraggio lo misuri con il sangue,

ti sei scordato che domani ricomincia il tuo lavoro.

E la mia gente si è perduta per la strada:

si guarda intorno senza gioia e senza amore.

Si è perso presto anche il ricordo dei cannoni:

ci sono i figli,

già ne nascono milioni di milioni.


Con le mie scarpe che portano lontano,

mi fanno strada verso un giorno che ora sento più vicino

mi separo dal canto dei bambini

per ritrovarmi su un cuscino stretto stretto ai tuoi ricordi.

E sono stanco di parlarti di un amore

che non esiste veramente fino a che non è finito.

E , se la vita è solamente negazione,

le tue parole sono brevi interruzioni del silenzio.

E adesso guarda quanto liquido sprecato,

quanta dolcezza e quanti segni sul tuo collo.

Ma tu mi chiedi cosa faccio per la gente.

"Scrivo canzoni:

voglio scriverne milioni di milioni."


Buona fortuna se parti per il mondo,

se vai lontano scrivi pure qualche lettera d'amore:

una alla mamma, che prega il tuo ritorno,

una ai fratelli, che ti aspettano con gli occhi e con le mani.

E quando torni troverai tutto cambiato:

tua madre prega, i tuoi fratelli son partiti militari

e, qualche volta, scrivon lettere d'amore:

una alla mamma ed una a te, che stai di nuovo per partire.

E se un bel giorno quel tuo viaggio senza fine

s'incrocerà con qualche camion di soldati

tu griderai l'ultima volta i loro nomi

ma di soldati

se ne incontrano milioni di milioni.


Passa parola: l'inverno è tanto freddo,

quest'anno il sole non ha ancora riscaldato questa piazza.

Io sto piangendo di un pianto quasi dolce,

quasi pulito come a volte è solo il pianto di un bambino

e, mentre piango, mi domando se hai capito,

se stai pensando che non sono stato mai così felice

e la tua faccia dietro il pianto mi sorride:

ride di me, forse, però spero che rida insieme a me.

E intanto il sole non si fa vedere ancora

e tu cominci a rotolarti sulla strada.

C'è chi ti guarda e chi ha paura di guardare:

così coglioni

se ne vedono milioni di milioni.


Brodo di pollo, lo bevi e ti fa bene:

le proteine ti fan crescere più bello e più sicuro.

E tra la gente cammini a piedi nudi.

Stai molto attento: qualche volta ti potresti fare male.

E non voltarti per guardare le ragazze:

ti fan soffrire, qualche volta ti faranno innamorare.

E poi non dare confidenza ai mendicanti

che sono sporchi e poi: perchè non se ne vanno a lavorare?

I miei consigli ti faranno essere un uomo,

un uomo onesto,buono e uguale a tutti gli altri.

Di certo avrai normali e semplici ambizioni:

sarai uno stronzo,

uno qualunque tra milioni di milioni.
















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