Una ritrovata giovinezza

Gabriele Poli

In memoria di Claudio Abbado

Il primo ad                                                                                             avvicinarlo fu proprio Gustav Mahler. Un abbraccio memorabile. Dietro,mescolati, gli altri: Beethoven quasi sorretto da Brahms, Chopin, Schumann e Schubert, Berlioz, Mendelssohn, Verdi, Puccini, Rimskij-Korsakov con Musorgskij, Dvorak, più indietro Bruckner e Bach. Ultimo arrivo' Mozart, sorridente gli fece una carezza, era giovane e allegro. Lentamente quei personaggi di epoche diverse presero posto sul palco dell'orchestra. La sala in penombra era bellissima. Poi lo invitarono a salire sul podio. Si avvicinò al leggio e accanto alla bacchetta c'era la partitura:"Gustav Mahler Decima Sinfonia". Un brivido: il grande boemo aveva portato a termine il suo ultimo capolavoro. In platea si mescolavano volti leggendari: Michelangeli, De Sabata, Giulini, Toscanini, Maria Callas, Reiner, Serafin, Bernstein, Furtwangler, Glenn Gould, in un palco riconobbe il sorriso gentile di Carlos Kleiber. Ora restava solo la musica. Aprì la partitura, la bacchetta già pronta nella mano, ma il pentagramma era vuoto, nessuna nota, nessuna indicazione metrica, in tutte le pagine. Non si perse d'animo. Volgendo lo sguardo a quell'incredibile orchestra respiro' piano dando l'attacco al primo movimento della sinfonia. Mentre dirigeva quei non suoni si ricordo' di una frase letta molti anni prima in un vecchio libro: "lasciar passare la luce". E a poco a poco la luce filtro' andando a riempire gli spazi vuoti lasciati dalle note non scritte: fu come eseguire il silenzio. Alla fine della sinfonia, cosciente di aver realizzato una delle sue più grandi interpretazioni, rimase immobile per alcuni istanti portandosi la mano sinistra sul cuore. Quando scese dal podio la sala era vuota e gli orchestrali erano ritornati nell'ombra. Fu allora che vide  la luce abbagliante stagliarsi nella porta al lato del palcoscenico. Si mosse in quella direzione lentamente. Poi uscì senza applausi nel pieno di una ritrovata giovinezza.

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